Il prestigioso istituto di ricerca EURAC di Bolzano è stato invaso dall'Africa. Il 3 e 4 dicembre 2004 è l'Africa ad aver occupato l'Accademia Europea. Si è presa il suo spazio. E' accaduto a dieci anni dal genocidio rwandese -
Morte - e ad altrettanti dalla "resurrezione" di Mandela -
Vita - a Presidente del Sudafrica... ma, in realtà, a padrino di tutto il Continente.
Colore: mostre, foto, batik, film, calendari, bandiere, power point, colpivano la retina di una marea di studenti, di ogni ordine e grado che hanno invaso l'EURAC per partecipare agli afro-laboratori di musica, percussioni, danza letteratura, giocattoli e favole. Il tutto curato da afro-sudtirolesi -
Mescolanze - Tv al plasma e bonghi, internet ed abbracci.
Al centro del foyer un buffet preparato da donne ghanesi. E' la
Festa.
Più nella preparazione che nel consumo. Donne curve a cucinare, a buttar giù ingredienti sconosciuti. Altre ad impastare in piedi, inarcate, con vestiti colorati -
Profumi - cucina ghanese.
Il buffet è circondato, quasi assediato, da trenta fra enti e associazioni altoatesine che hanno confidenza con l'Africa -
Rete: missionari, laici, professionisti, immigrati, volontari tra i prodotti del commercio equo e solidale ed i mascheroni in ebano. Tra una montagna di libri ed altrettanti progetti, le buone pratiche di cooperazione tra
Comunità.
Un vociare che è tipico del mercato africano. Artigianato ovunque.
I tamburi animano i diversi eventi -
Rumore - Gli africani svuotano gli istituti di ricerca e riempono di musica l'Accademia. Tutti ballano... persino i dirigenti.
-
Parole - Tavola rotonda, workshop, conferenze, incontri. Africa è
Donna. Marocco, Somalia, Nigeria, Eritrea: I protagonisti della Conferenza internazionale "Africa libera tutti". Dalla tratta delle schiave ai percorsi di liberazione comunitari. Da economie soffocate dalla corruzione a quelle informali di "liberazione".
Il 2004 è stato l'anno del premio Nobel per la pace a Wangari Maathai, biologa e ambientalista keniota. In frantumi pregiudizi secolari, tesi antropologiche superate, miti e razze. I
Canti dalla Tanzania e Burkina Faso in lingua Kihaya e Swahili chiudono a notte fonda l'evento che ha visto un auditorium incapace di contenere la generosità e la partecipazione delle tante persone che hanno accolto l'invito della
World Social Agenda.
Visita il sito:
www.unimondo.org