17 aprile 2023
Nelle guerre degli ultimi decenni, a diverse latitudini - Iraq, Libano, Afghanistan, Libia, Siria, Ucraina - uno dei prezzi più alti è stato pagato dai bambini, sempre più spesso protagonisti e testimoni muti, laterali, degli eventi bellici. Il termine inglese “unchilding” descrive in modo eloquente la loro esperienza durante i conflitti: il contatto con la sofferenza, la vita negli scantinati, l’esperienza dei bombardamenti, dei lutti e degli sfollamenti cancellano brutalmente il periodo della formazione, dell’istruzione, della socializzazione e del gioco, proiettando in una dimensione adulta persone che adulte non sono. Come si può elaborare un’esperienza così traumatica? E come si racconta, come si spiega la guerra ai bambini?
RICCARDO NOURY
Dal 2003 è il portavoce di Amnesty International Italia, organizzazione per la difesa dei diritti umani, di cui fa parte dal 1980. Ha scritto Non sopportiamo la tortura (Rizzoli Libri Illustrati, 2001), Poesie da Guantánamo (2007), La testa altrove (Infinito Edizioni, 2020), La stessa lotta, la stessa ragione (People Pub, 2020), Molla chi boia. La lenta fine della pena di morte negli Usa (Infinito Edizioni, 2022) e Qatar 2022. I Mondiali dello sfruttamento (Infinito Edizioni, 2022). È coautore di Un errore capitale (Edizioni Cultura della pace, 1998) e Srebrenica. La giustizia negata (Infinito Edizioni, 2015). Ha curato I dimenticati. Coloro che non sono ripartiti dopo la pandemia (Infinito Edizioni, 2020) e Le donne di Minsk (Infinito Edizioni, 2021). Dal 2003 è responsabile dell'edizione italiana del Rapporto annuale di Amnesty International. Scrive, attraverso i suoi blog, su “Corriere della Sera”, “Il Fatto Quotidiano”, “Focus on Africa”, “Articolo 21” e “Pressenza”. Collabora al quotidiano “Domani”.