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14 Ottobre 2006
18:50
Ferma restando la bontà della proposta principale, ovvero la necessità di andare verso una società che NON PRODUCA rifiuto, Tamino introduce una serie di semplificazioni e di osservazioni non corrette sotto il profilo tecnico, chimico e termodinamico. Poichè dobbiamo progettare una transizione a un sistema senza rifiuto abbiamo bisogno anche di gestire questa transizione, a partire dallo scorrettissimo sistema attuale, a partire dalle montagne di materiali pregiati e non selezionati che - in alternativa alla combustione - accumuliamo sotto terra, con processi di dispersione non meno pericolosi. Quindi benissimo l'approccio critico ai TU, e soprattutto niente mano libera agli inceneritoristi, ma occhio alla correttezza e al rigore delle informazioni: ad esempio riciclare la carta (con i metodi attuali di trattamento) è una follia termodinamica ed ecologica molto peggiore della combustione, questo però non viene mai spiegato. L'importante, comunque è parlarne, quindi viva Grillo e viva Tamino, ma alziamo il livello di controllo scientifico e tecnico, mi raccomando.
marco
21 Settembre 2007
12:57
Senza dubbio si espongono concetti condivisibili sul problema dell'incenerimento dei rifiuti. Io faccio la raccolta differenziata ed il compostaggio domestico pure abitando in una casa a schira di un centro abitato. Ritengo che l'incerimento è una conseguenza (o necessita) del comportamento più o meno civile delle persone. Perchè le persone che protestano, la maggior parte delle volte sono quelle che si impegnano di meno alla risoluzione del problema? Prendiamo i dati della raccolta differenziata e mettiamoli a confronto con i problemi di smaltimento e le proteste di chi dovrebbe attuarla. Ritengo che sia molto difficile, con il tenore di vita a cui siamo abituati, adottare dei comportamenti che risolvano concretamente tutti i problemi legati ai rifiuti. Siamo disposti a rinunciare ai mezzi di trasporto e spostarci a piedi o come alibi pensiamo di costruire motori meno inquinanti, magari elettrico e poi buttiamo le batterie nei canali. Siamo disposti a rinunciare all'elettricità ed agli utilizzatori che consumano energia e che inevitabilmente introducono inquinamento perchè sono costruiti, usati e buttati. Siamo disposti a riparare quello che si rompe o è più facile sostituirlo, siamo disposti a coltivarci l'orticello invece che criticare il grosso distributore che per accontentarci importa prodotti fuori stagione, quando compriamo un frutto scegliamo quello sano, lucido e pieno di pesticidi o siamo disposti a prenderne uno magari ammaccato ma naturale e disponibile solo in stagione. E' bello sognare, è giusto parlare dei problemi legati ai rifiuti di come ridurre il loro impatto sull'ambiente, sarebbe opportuno non produrli ma quanti sono disposti a farlo effettivamente?
Maurizio