La cultura della cancellazione, incontro con Gabriella Airaldi, José Enrique Ruiz-Domènec, Miguel Barnet, Chiara Vangelista e William Connell nel primo appuntamento del ciclo Orizzonti della conoscenza a cura del Centro Studi Colombiano.
In ogni tempo il potere, qualsiasi forma assuma, tende a normalizzare la società. Può farlo in modi diversi, distruggendo o integrando, opprimendo oppure obbligando a
conversioni. In qualsiasi epoca e in qualsiasi parte del mondo, all’origine di questo fenomeno ci sono elementi e pulsioni diversi e convergenti che si riflettono in ogni
ambito e che, anche nel nome di Colombo e di altri colonizzatori, devono essere esaminati e analizzati in tutte le loro forme e manifestazioni perché colpiscono le collettività e i singoli individui. Storici, filosofi ed esperti nei differenti ambiti, politico, economico, sociologico, antropologico, letterario e artistico, possono offrire un contributo determinante alla comprensione di un duplice minaccioso fenomeno: la cancellazione culturale e la premeditata cultura della cancellazione. Si tratta di una situazione pericolosa e complessa, oggi particolarmente in espansione nel mondo.
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