La crisi pandemica ha messo in evidenza l’infrastruttura connettiva della nostra vita quotidiana, ed è a partire da questa rivelazione che possiamo immaginare di rigenerare (non di far ripartire) i nostri mondi.
Un’antropologia relazionale ci aiuta a ripensare l’idea di libertà non più in chiave di consumo (tra opportunità già predisposte) ma in prospettiva generativa (far esistere ciò che ancora non c’è) e contributiva (con altri e per altri).