L’incredibile viaggio di un gruppo di bambini ebrei in fuga dalla Shoah, ispirato a una storia vera.
Nel suo nuovo romanzo, Rosa Ventrella ha raccontato una pagina di storia poco nota, la vicenda dei bambini di Haretz, gli 800 giovanissimi ebrei scampati all’Olocausto e accolti a partire dal settembre 1945 nella sciesopoli di Selvino, in provincia di Bergamo. Una straordinaria epopea di resilienza e sacrificio, innocenza e coraggio.
La scrittrice rende palpabili le atmosfere, le sensazioni, la tenacia, il coraggio e la sofferenza vissute dai suoi giovani protagonisti, portando alla luce una storia mai raccontata. Nel libro affida la voce del racconto dei bambini di Haretz alla giovane Margit. Quando tutto inizia la protagonista ha dodici anni, ma arriverà in Italia nel pieno della sua adolescenza. Durante gli anni più difficili della sua vita si sentirà rabbiosa, disabitata, disperata. Imparerà a sopravvivere e a proteggere chi ama a tutti i costi, sentendo crescere emotivamente i suoi sentimenti.
«Ho scoperto questa storia per caso leggendo un giornale locale – spiega Rosa Ventrella – ma ho capito immediatamente che si trattava di una storia straordinaria, per lo più abbastanza sconosciuta. Ho voluto saperne di più e con l’aiuto di amici giornalisti mi sono mobilitata per capire da dove poter iniziare per raccogliere testimonianze. Scrivere questo romanzo è stato un lavoro lungo, complesso in termini di ricostruzione storica, straziante, ma nello stesso tempo la definirei l’esperienza più entusiasmante che abbia mai vissuto come scrittrice».