Sabato 25 novembre, alle ore 18:30, sarà la volta di un mito del calcio: l'ex calciatore brasiliano, naturalizzato italiano, José Altafini.
Ha fatto parte sia della nazionale brasiliana, con cui ha vinto la Coppa del Mondo nel 1958, sia di quella italiana, e al termine dell'attività agonistica ha iniziato a lavorare come commentatore televisivo.
È da poco uscito online e nelle librerie un bel libro fotografico, “Istantanee di un campione” pubblicato da goWare, che ne illustra la carriera e la vita e da cui prende spunto la sua lezione alla Fondazione che lo vedrà dialogare con il giornalista sportivo Gigi Garanzini.
Di suo pugno, con l’ironia, la verve e il candore che lo contraddistinguono, Altafini commenta ciascuno scatto del libro ricollegandolo al suo percorso nel mondo del calcio e dello spettacolo. Un libro veramente unico e anche un invito a immergersi in un quarto di secolo di calcio giocato e in un altro trentennio di calcio chiacchierato.
«Aver conosciuto tante persone importanti e così brave è stata una grande fortuna ma il mio dono più grande è stata la capacità di far sciogliere anche i dolori come neve al sole».
Come racconta un suo amico giornalista, «Impossibile non volergli bene. Lui, che ha vinto tutto e che non ha mai commesso un peccato di arroganza o di presunzione. Il Milan, il Napoli, la Juventus, la carriera terminata in Svizzera e poi quel continuare a giocare, per divertimento, fino a tarda età, nei circoli privati o in campi di periferia, dando l’esempio ai giovani e dimostrando che la classe è qualcosa di innato, che possiedi nelle vene e nel cuore. È stato un goleador dotato di fantasia, capace di compiere qualsiasi prodezza, in acrobazia, di testa, in velocità, in dribbling: tutto gli riusciva semplice, naturale.
E che piacere ascoltarlo in televisione, il suo modo di commentare le partite è stato "rivoluzionario": ha portato il paradosso, la simpatia, l’originalità».
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