Luca Savarino - Il nuovo orizzonte ontologico: nascita, riproduzione e morte nella prospettiva bioetica.
Appuntamento con il ciclo "L'inizio e la fine della vita nelle visioni religiose e nelle etiche laiche contemporanee" realizzato in collaborazione con il Centro Studi Antonio Balletto.
Una conseguenza del progresso è la crescente implicazione della tecnica in ambiti che in passato si pensava sarebbero rimasti inaccessibili all’agire dell’uomo. Tra questi, l’origine e la fine della vita. La morte è sempre di più una questione medica e sempre di meno una questione naturale. Si muore quando è impossibile procedere alla rianimazione; si muore quando è necessario, o preferibile, sospendere i trattamenti terapeutici. Per mezzo delle misure di sostegno vitale, la medicina ci dà la possibilità di prolungare l’esistenza di malati che non possono essere guariti e neppure, in senso proprio, curati. Talvolta con conseguenze non desiderate: l’estensione, anziché il sollievo, delle sofferenze terminali di alcuni pazienti; oppure il fatto che alcune vite vengano mantenute in condizioni che contrastano con l’idea della dignità dell’esistenza umana degli individui che sono sottoposti a trattamento medico. Sul fronte dell’inizio vita, lo sviluppo delle tecniche riproduttive ha comportato una cambiamento della concezione tradizionale della famiglia e una moltiplicazione delle figure che partecipano al processo riproduttivo.
Se la morte e la nascita non sono (più) un fatto naturale, se non è più la natura a decidere, la questione etica fondamentale diventa: chi decide della morte e della vita e per mezzo di quali criteri?
Visita: palazzoducale.genova.it