Rispetto al paesaggio il termine generatività può essere declinato nell’idea di una visione trasformativa consapevole, rispettosa del contesto e aperta al futuro: esattamente ciò di cui siamo carenti in questo momento storico. Piani e progetti territoriali, per quanto ben congegnati, scontano l’appartenenza a un’impostazione culturale euclidea, rigida, tipica della modernità, che fatica a stare al passo con i cambiamenti radicali a cui siamo sottoposti.
Il paesaggio è una sfida, ma, soprattutto, è il campo in cui vanno risolti i conflitti tra politiche territoriali e cambiamenti globali. Qualsiasi visione per il prossimo futuro non può eludere, ad esempio, il tema delle migrazioni orizzontali (riorganizzazione degli spazi) e verticali (spostamenti altimetrici), che la società e gli agro-ecosistemi dovranno intraprendere per adattarsi al cambiamento climatico.
Gestire con cognizione di causa i possibili scambi e le ibridazioni tra la riorganizzazione orizzontale e verticale del territorio italiano, permetterebbe di essere meno vulnerabili al cambiamento e, probabilmente, potrebbe essere un modo per dare una seconda opportunità a quell’immenso capitale che le aree interne rappresentano. È necessario un profondo cambio di paradigma. Bisogna immaginare nuovi modi “di fare paesaggio”, prima ancora che con piani e progetti, con idee e cultura.
Nella tavola rotonda approfondiamo questi temi con Antonella Tarpino (Storica e Saggista), Francesca Talevi (Architetto), Federico di Cosmo (Architetto, ricercatore Politecnico di Milano), Filippo Barbera (Professore di Sociologia dei processi economici e del lavoro - Università di Torino)e Anna Marson (Professoressa di Pianificazione del territorio - Università IUAV di Venezia).
Saluti istituzionali: Fabio Braglia (Presidente Provincia di Modena)
Modera: Giovanni Cerfogli (Architetto)
Visita: www.smartlifefestival.it