Natura impone che, ad un certo punto, i viventi smettano di crescere. È una caratteristica comune ad esseri umani, animali e piante. Eppure, questa regola di vita sembra confliggere con le logiche dell'economia moderna, il cui postulato è quello della crescita incessante. Le conseguenze? Consumismo, abuso di energia e quindi cambiamenti climatici. Non si potrebbe "rallentare" l'economia?