Guardate bene questa immagine, rappresenta lo sport in tutta la sua fulgida bellezza.
Stringere i denti e non mollare, superare il limite, trasformare le difficoltà in consapevolezza.
È il 1956 e Fiorenzo Magni è al suo nono giro d’Italia. Sa che è l’ultimo e vuole, deve finirlo. Nella terribile tappa Gorsseto-Livorno cade rovinosamente in discesa. Lo svegliano a schiffi, ha una clavicola spappolata. Lui non molla. Arriva in fondo e in ospedale gli dicono gesso e riposo due mesi. Non se ne parla.
Prosegue per altre due tappe, ma la terza è al cronoscalata della feroce salita di San Luca a Bologna. Tratti al 20 per cento. Seduto e con un braccio funzionante nemmeno lui può. E così il suo meccanico gli lega un tubolare al manubrio e trasforma il detto “stringi i denti” in un capolavoro.
La foto fa il giro del mondo, Fiorenzo arriva in cima e poi regge per altre 7 tappe pur di arrivare a Milano e piazzarsi, secondo.
Lo chiameranno Fiorenzo il Magnifico,