Monica Galfré - I libri nella scuola fascista tra libertà, controllo e autocensura. Incontro nell'ambito della tredicesima edizione della Storia in Piazza, libro e libertà.
I libri utilizzati nella scuola fascista concorsero in modo decisivo alla costruzione del nuovo italiano, nei suoi aspetti politici, culturali e morali. Fu un enorme lavoro al quale parteciparono attivamente non solo l’editoria e il mondo della cultura, attratti dai guadagni che la scuola prometteva, ma anche gli insegnanti, ai quali continuò a essere lasciata la libertà di scelta dei testi.
Le forme più o meno consapevoli di autocensura che il totalitarismo italiano seppe indurre consentirono di limitare alle scuole elementari il libro unico di Stato, introdotto del resto solo a partire dal 1929. Così, se si rinsaldò l’alleanza tra editori e Stato fascista, i singoli finirono per accogliere come proprie tutte le scelte del regime, confermando quanto sia sempre illusorio parlare di spazi di libertà all’interno di un contesto liberticida.
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