Da anni i volontari delle associazioni che difendono gli animali segnalano e denunciano fattorie e allevamenti dove gli animali non vengono curati adeguatamente: capi di bestiame denutriti, lasciati al freddo, o sotto la pioggia. Risultato? Nonostante le segnalazioni, la raccolta di prove e le denunce, spesso per l’allevatore tutto si risolve con una multa di poche centinaia di franchi.
Certo, fanno eccezione casi gravi: come quello della cosiddetta “fattoria degli orrori”, nel Canton Turgovia, il cui proprietario proprio quest’anno è finito in Tribunale. O, tornando alle nostre latitudini, il caso avvenuto qualche anno fa che aveva portato alla chiusura di una fattoria ticinese e al sequestro del bestiame maltrattato.
Ma davvero per il resto tutto va (abbastanza) bene? In quanto a controlli, ad esempio, il Ticino non si distingue per essere particolarmente zelante rispetto agli altri Cantoni. Così per vederci chiaro, Patti chiari si è rivolta a un’esperta, che in fatto di legge sulla protezione degli animali la sa lunga. Con il suo aiuto, e rigorosamente a sorpresa, abbiamo visitato alcune aziende agricole nella Svizzera italiana. E le sorprese non sono mancate.
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