Il contenimento delle emissioni inquinanti passa anche dalla mobilità elettrica, ma la transizione non è senza problemi
Anche se gli ultimi dati, perlomeno riferiti alla Svizzera, fanno stato di un rallentamento delle vendite di macchine a trazione elettrica, il futuro energetico, sottoscritto nel 2015 a Parigi, da 198 paesi, passa da lì. Pena, un riscaldamento climatico globale oltre i 2 gradi centigradi che ci porterebbe, dritti, dritti, alla catastrofe. Ma anche la transizione energetica verso fonti meno impattanti non è senza problemi.
Ad esempio, le batterie dei motori elettrici sono costituite da metalli rari che per la loro estrazione impongono prezzi altissimi in termini ambientali, umani e sociali. La raffinazione e la lavorazione di questi materiali è controllata, prevalentemente dalla Cina. Ciò rischia di creare una nuova dipendenza, non più dalle potenze petrolifere ma da Pechino. Proprio per questo, si stanno sviluppando filiere europee che puntano al riuso e al riciclaggio delle batterie esauste che, in prospettiva, potrebbero fornirci le matterie prime e garantirci una svolta energetica ecologica e indipendente.
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