I cambiamenti climatici generano conseguenze su tutto il territorio. Anche i nostri boschi ne soffrono. Siamo portati a credere che il manto boschivo che ricopre le nostre montagne e le nostre colline sia qualcosa di tenace e immutabile. E invece i periodi siccitosi e le ondate di calore che hanno investito negli ultimi anni la Svizzera italiana lo hanno messo a dura prova. Dapprima molti boschi hanno mostrato anzitempo colorazioni autunnali, poi le foglie sono cadute e le primavere seguenti si sono potuti notare molti rami rinsecchiti e addirittura alberi interi morti. In questa fase di cambiamento estremo è urgente pensare al bosco di domani. Perché da noi i boschi non offrono solo bellezza e svago, ma anche refrigerio, acqua potabile, risorse energetiche e protezione da frane e da valanghe. In questo scenario estremamente mutevole gioca un ruolo importantissimo il Vivaio forestale cantonale. Nato nel 1960 a Lattecaldo, all’imbocco della Valle di Muggio, produce piante forestali di provenienza autoctona, messe poi a dimora definitiva in interventi forestali, rinaturazioni e applicazioni di ingegneria naturalistica. Cecilia Broggini e Christian Bernasconi ci guidano alla sua scoperta in compagnia del capo azienda Giona Mercolli. E non disdegnano di rimboccarsi le maniche per illustrarci i compiti di questa struttura che deve costantemente rinnovarsi e che ora deve anche aiutare i boschi a contrastare i cambiamenti climatici. Parallelamente al Vivaio forestale cantonale i nostri conduttori ci propongono la scoperta della viticoltura del futuro in Piemonte, una delle regioni italiane dove il territorio è stato letteralmente trasformato dall’enorme estensione dei vigneti. Tanto verde, tanta natura in questa puntata, completata dal racconto del progetto di recupero dell’attività agropastorale sui bellissimi monti del Pizzo Leone, una scoscesa cima del locarnese. Mentre a salutarci, questa volta, è il cervo, protagonista di un episodio della serie “un giorno da animale”.
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