Il vecchio portiere di un albergo di lusso a Berlino viene declassato a inserviente alla toilette e perde il diritto d'indossare la livrea gallonatache gli dava prestigio e potere.Umiliato, deriso, emarginato. L'apparente happy end - un'eredità lo trasforma in un cliente milionario dello stesso albergo - ha, invece, una durezza tutta brechtiana.Gli spetta l'ultima risata, titolo italiano ma anche (The Last Laugh) inglese. Tolte le due scritte, ironiche e sprezzanti, all'inizio ealla fine ("un improbabile epilogo"), il racconto è svolto senza l'ausilio di didascalie. Prodotto da E. Pommer, scritto da Carl Mayer e fotografato da Karl Freund,è una delle vette del cinema muto e del Kammerspiel (teatro di camera) tedesco, un film rivoluzionario nell'uso della cinepresa che,montata sul carrello o sulla gru, acquista una straordinaria libertà di movimento e diventa personaggio dell'azione e produttrice di senso.In questa pessimistica elegia del destino umano, affidata all'enfasi narcisistica di E. Jannings, F.W. Murnau "non nutre speranze, né nella storia né nella trascendenza. Conosce solo la realtà, e il potere, dell'immaginazione" (Fernaldo Di Giammatteo).Musica originale di Giuseppe Becce (1877-1973). Rifatto nel 1955 da Harold Braun con Hans Albers in un film senza interesse inedito in Italia.
Titolo originale: DER LETZTE MANN
Regia: F.W. Murnau
Attori:
Emmy Wyda - Vicina Magra
Hermann Vallentin - Um Cliente Ricco
Hans Unterkichner - Il Direttore
Olaf Storm - Un Giovane