Robert Peroni presenta il suo libro "I colori del ghiaccio", Sperling & Kupfer.
Dialoga con l'autore Giuseppe Bosio.
Robert Peroni, l’esploratore altoatesino che trent’anni fa si è trasferito sulla costa orientale della Groenlandia, torna a parlarci del suo mondo: da Tobias che, nato e cresciuto nelle tane sotterranee, continua a voler essere solo un cacciatore come lo è stato suo padre, ad Anda, il suonatore di tamburo che gira per i villaggi conservando la tradizione musicale degli inuit, fino agli enormi e meravigliosi iceberg che vanno a finire i loro giorni nel fiordo, spettacolo e minaccia al tempo stesso. A queste storie, piene di incanto e rispetto per un popolo tanto diverso quanto illuminante, si intreccia il ricordo della spedizione che ha fatto innamorare Robert della Groenlandia: con due compagni ha deciso di sfidare l’altopiano groenlandese, ancora in gran parte inesplorato e del tutto deserto, attraversandolo da parte a parte, su slitte senza cani. Un’impresa durata tre mesi, ai limiti della follia eppure indimenticabile, che ci spinge a riflettere su una domanda tanto semplice quanto essenziale: qual è il luogo a cui ci sentiamo di appartenere e quale il momento di cui serbiamo il ricordo e la nostalgia per tutta la vita?
Robert Peroni, altoatesino, è stato scalatore ed esploratore del team «No limits». A quarant’anni ha lasciato tutto e si è trasferito in Groenlandia, dove ha fondato la Casa rossa, residenza turistica sostenibile che dà lavoro agli Inuit in difficoltà. Ha raccontato la sua esperienza in Dove il vento grida più forte (Sperling & Kupfer 2013).
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