L'On. Stefano Pedica, capo della Segreteria Politica dell'Italia dei Valori, è intervistato da Roberta Lombardi (Reset Class Action National Group) sulla questione dell'introduzione in Italia dell'istituto legale Class Action.Ben 8 Proposte di Legge sull'argomento sono in discussione in Commissione Giustizia. Ma solo 4 PdL mirano realmente ad introdurre in Italia questo potente strumento di tutela collettiva. Le altre, incluso il Disegno di Legge del Governo, vanno incontro "generosamente" alle esigenze delle corporazioni e dei "poteri forti" snaturando completamente la natura di questo istituto processuale, a detrimento degli interessi della collettività.
Le associazioni riconosciute dal Ministero dello sviluppo economico ed iscritte al
CNCU, secondo il Disegno italo-governativo, sarebbero le uniche autorizzate a condurre cause collettive. Inoltre, mentre la class action all'americana prevede risarcimenti automatici e spese legali GRATUITE (ovvero a carico degli avvocati), quella governativa "si ferma" al riconoscimento del danno e "abbandona" il consumatore-cittadino nella fase processuale risarcitoria, difronte ai colossi della finanza e dell'industria. Se vorrà concretamente essere risarcito, dovrà pagarsi un avvocato ed affrontare individualmente
BANCHE,
ASSICURAZIONI e
GRANDI AZIENDE.
La corporazione degli avvocati non vuole l'introduzione in Italia della vera class action. Le ragioni di questo orientamento, fin troppo evidenti, vengono discusse e criticate severamente dall'Onorevole Pedica estensore, insieme ad altri esponenti della maggioranza, di una proposta di legge per una vera class action di stampo anglosassone. La stragrande maggioranza dell'associazionismo italiano, nonostante il silenzio assordante dei
MEDIA, sostiene le PdL degli Onorevoli
Pedica(IdV),
Poretti (RnP),
Fabris(Udeur) e
Grillini(DS) in questa dura lotta per il bene della collettività.
A cura di
Reset Class Action National Group Visita il sito:
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