La Rivolta dei Boxer si verificò in Cina tra il 1899 e il 1901, motivata dal risentimento contro la presenza straniera e l'influenza del cristianesimo. I Boxer, membri della Società dei Pugni Giusti e Armoniosi, credevano di avere poteri soprannaturali. La rivolta culminò in un assedio agli stranieri a Pechino, che fu rotto dalle forze internazionali. Dopo la sconfitta dei Boxer, la Cina fu costretta a firmare il Protocollo dei Boxer, risultando in grandi indennità e umiliazione nazionale, alimentando il sentimento anti-imperialista che portò alla caduta della Dinastia Qing nel 1911.