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Children of Chatila (Bambini di Chatila) di Mai Masri - 1990

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Da più di 50 anni quattro milioni di palestinesi vivono in esilio e di questi 350mila sono ammassati nel campo profughi libanese di Chatila, a Beirut. Issa e Farah sono due bambini di strada nati lì. Hanno 12 e 11 anni e usano la loro immaginazione (a volte, una mini camera digitale) per raccontare la realtà di crescere in un campo profughi sopravvissuto a massacri, assedi e fame. Si portano dietro, nel sangue, l’orrore della strage di Sabra e Chatila, e Farah, il ragazzino, deve la sua vita e a una bomba israeliana che ha ucciso sua madre per strada e costretto lui su un sedia a rotelle con la testa che ogni tanto se ne va per conto suo. Sono i ragazzi e i vecchi a raccontarci la vita dei palestinesi dei campi, la fatica di ogni giorno e l’orrore della guerra: le case sventrate, il lavoro che non c’è, la strada, la fame, l’acqua gialla, i posti di blocco; e la notte i morti che ritornano, uscendo dalle loro fotografie. «A volte chiudo gli occhi per vedere cose belle: - dice Issa – un dolce alle fragole, il colore blu, la casa del nonno in Palestina».

6 commenti


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17 Ottobre 2024
19:48

«Gli attacchi contro i bambini a Gaza sono al di fuori di qualsiasi immaginazione. - afferma James Elder, portavoce globale dell'UNICEF, appena di ritorno da Gaza. Sono più di 20 anni che mi occupo dei bambini nelle guerre, ma non mi era mai capitato di dover ricordare al mondo "che i bambini palestinesi sono bambini". Stiamo parlando di più di 16.000 bambine e bambini massacrati e la situazione a Gaza non è cambiata. Le schegge di una bomba sono terribilmente devastanti sul corpo di un bambino, così come gli oggetti pesanti che cadono loro addosso, per non dire dei bambini che vengono lanciati fuori dagli edifici durante le esplosioni. E infine ci sono le orribili ustioni. Ma vi assicuro che i traumi sono molto più profonde delle ferite fisiche. Per questo voglio parlarvi di una ragazzina di nome Qama di 8 anni che ho incontrata, una delle tante. Dopo essere rimasta ferita in un bombardamento, è finita in un ospedale dove la gente moriva dissanguata nei corridoi perché non c'erano né le attrezzature né i medici per curarli. Quando è arrivata Qama, in qualsiasi altra situazione, avremmo potuto salvargli la gamba. Ma i medici hanno deciso di amputare per paura di infezioni, poiché non avevano più antibiotici di base. Così la vita di questa bambina è cambiata spaventosamente e per sempre. Dopo l'amputazione, sua madre ha trovato una sedia a rotelle. Ma all'improvviso, hanno dovuto lasciare l'ospedale e spingere la sedia a rotelle con la ragazzina per chilometri di polvere e sabbia, in direzione Sud. Hanno trovato rifugio a Khan Yunis, ma un altro attacco le ha costrette a fuggire di nuovo. Per un bambino finire sotto le bombe è una cosa terribile. La bambina ha avvertito un dolore immenso e inimmaginabile alla gamba, e poi ha subito un'amputazione. E adesso ogni nuovo bombardamento non farà altro che aggravare il trauma. Non riesco a immaginare come sua madre possa riuscire a calmarla di notte quando arrivano le bombe. Durante l'attacco a Khan Yunis, sono partiti nel cuore della notte, sotto i raid aerei, con i carri armati a terra, tra le urla di terrore delle altre persone, e sono andati a Rafah. Poi Rafah è stata invasa e hanno dovuto spostarsi di nuovo, e l'intero scenario si è ripetuto. E ora non sanno più dove sbattere la testa con questa ragazzina a cui è appena stata amputata una gamba. Quando li ho incontrati, erano a Deir el Balah, dove, tra l'altro, questa settimana ha avuto luogo un attacco in cui sono rimaste uccise 51 persone... Ecco un esempio di quello che cerchiamo di dire da molti, molti mesi: che a Gaza non esiste nessun posto sicuro». Secondo BBC News, "per un anno a Gaza, una media di 40 bambini sono stati uccisi ogni giorno: è una guerra contro i bambini". Ma per fortuna nel bellissimo film di Mai Masri non c'è solo questo. Un amore e una tenerezza commoventi accompagnano ogni inquadratura di "Children of Chatila" e soprattutto, anche dopo l'ennesimo massacro contro il popolo palestinese, i due piccoli protagonisti hanno ancora voglia di sognare e inventarsi un altro mondo possibile.

Giandomenico Curi

17 Ottobre 2024
18:30

Bellissimo, commovente, poetico! Un 7 ottobre che fa comodo non ricordare né menzionare.

Carlo Melis

17 Ottobre 2024
16:06

Una vergogna per tutta la specie umana questo genocidio. Si si puo fermare la guerra pero USA non vuole, e noi stiamo a guardare de 75 anni.

Alessandra

17 Ottobre 2024
14:43

Bello vedere i clown al lavoro con i bambini specialmente dopo l'intervista con Thea Gardellin. https://www.arcoiris.tv/scheda/it/72223/

Tom

17 Ottobre 2024
10:18

Sembra non essere cambiato nulla da cinquanta anni. Continuano i raid e i massacri e ora come allora che futuro avranno i bambini? Documento molto bello e toccante.

Massimo

16 Ottobre 2024
20:58

Bellissimo

Paolo