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26 Ottobre 2024
12:07
Peppino Ortoleva propone un approccio interessante e uno sguardo in parte nuovo con cui affrontare la questione medio-orientale. Siamo tutti d'accordo, credo, sulle infinite "cazzate" fatte dagli USA in politica estera; e possiamo anche dare per buona la tesi che Biden ha bisogno di Israele perché è l'unico alleato che gli è rimasto in Medio Oriente. Ma anche Israele ha bisogno degli USA, soprattutto dei miliardi e delle bombe degli americani. E allora perché Biden continua a calarsi le braghe davanti al macellaio Netaniahu e a tutta la sua banda di criminali fascisti al governo? Intanto a Gaza, come nel Libano, si continua a morire sotto le bombe americane. «Per non abituarsi al conteggio delle vittime, come fosse un dato statistico inevitabile - scrive Francesco Battistini inviato del Corriere della Sera - basterebbe guardare qualche foto di adulti e bambini sventrati dalle bombe, ma anche solo provare a immaginare le condizioni della popolazione civile di Gaza, che da mesi rischia la vita ogni giorno. Ieri nel sud di Gaza, a Khan Younis, ci sono stati 38 morti, compresi 13 bambini e due intere famiglie sterminate, oltre che un operatore di Medici senza frontiere. Sono morti tre soldati israeliani e, nel sud del Libano, tre giornalisti palestinesi: i droni sono andati a scovarli mentre dormivano in una guest house e il motivo, dicono i militari israeliani, è che lavoravano per gli Hezbollah. Sotto tiro gli ospedali, colpiti anche i soccorsi di cibo e medicine». Volker Türk, funzionario dell'Onu: «Stiamo vedendo atrocità inaudite. Nel nord di Gaza, è il momento più buio dall'inizio della guerra. Muoiono per i raid, perché nessuno può curarli o per gli stenti. Se si va avanti così, il rischio è di svuotare di palestinesi tutta quest'area della Striscia». Tutto questo mentre, durante un comizio elettorale in Arizona, Biden continuava a ripetere che «a Gaza ci sono tanti innocenti che sono morti» e che «tutto questo deve finire». Quando? (Giandomenico Curi)
Giandomenico Curi
25 Ottobre 2024
12:41
Di che guerra parla.. costui, si chiama massacro, e unilaterale. Bobbio.... avete dimenticato chi era? Tale il maestro... tale l 'allievo ....come siamo caduti, poveri noi ! ...Giuliana ho letto il tuo commento.... Arafat e Gheddafi ... nel 2011 , morituri te salutant, !?!?!!!
Anna di Clemente
25 Ottobre 2024
12:32
Interessante è avere punti di vista, anche diversi dai tuoi. Credo che una delle cose che portano le guerre sia l'incapacità di confrontarsi con le parole. Grazie Paolo
Tom
24 Ottobre 2024
19:31
Molto interessante l'analisi di Peppino Ortoleva sul fallimento della politica estera americana dei due ultimi decenni e sul ruolo degli altri attori medio-orientali (Arabia Saudita, Israele, Egitto, Siria) e non (Cina, Russia). Da prendere seriamente in considerazione la proposta che sembra utopistica di un unico Stato arabo-israeliano nel futuro.
Marcella Pepe
24 Ottobre 2024
10:32
Più che una intervista un incontro in cui Ortoleva traccia il quadro di un ventennio della fallimentare politica estera degli Usa. Tra alleati ambigui e con il piede in due staffe e un imperialismo " imperfetto " che li vede dalla parte di questa Israele. E qzbc3yun Trump sullo sfondo totalmente proiettato in un appoggio alla biblica " Grande Israele ". Un aiuto ad allargare la discussione e a non illuderci a speranze di soluzioni possibili a breve termine. Con l'utopia. dello stato federale in una prospettiva non certo immediata
Gianfranco Torri
24 Ottobre 2024
10:20
Molto interessante, sullo stato federale in Palestina se ne parla "sommessamente" da molti anni. Forse il primo a parlarne è stato Gheddafi con Arafat nel 2011. Ci hanno imbrogliato con la favola dei due stati per anni.
Giuliana
24 Ottobre 2024
10:03
L'intervista che più realista non si può. Condivido a pieno la visione di Ortoleva sul conflitto Israelo Palestinese.
Rocco
27 Ottobre 2024
14:30
This video is nice and I love to watch it countless time keep doing such great video
Karen