Ideologo nazista, cacciatore di opere d'arte, teorico della schiavitù dei cosiddetti "sub-umani", violento antisemita, paladino dell'arianesimo. Eppure Alfred Rosenberg era lui stesso figlio di una società multietnica: nelle sue vene scorreva sangue francese, estone, lettone, forse mongolo o addirittura ebraico. Ciò nonostante, scappato dalla nativa Tallinn, fece carriera nel nascente regime nazista sino a diventarne il filosofo per eccellenza, fondendo le sue bizzarre teorie in un sincretismo tanto assurdo quanto pericoloso.