Mini-critica. Il nuovo cinema coreano, a volte stuzzicante, spiazzante e innovativo, per quanto dimostri di dare sonore lezioni al cinema europeo, ormai in mano a radical chic, a incompetenti, a comunità LgbtigYqiHueoX (e ad altre puttanelle assortite); per quanto dia lezioni agli horror e ai thriller hollywoodiani preconfezionati e predigeriti (fatti di propaganda e jumpscares per minorati mentali); dimostra di voler alzare il livello dei Generi cinematografici, per poi cadere nelle esasperazioni bramate da un pubblico più sanguinario dei film stessi, in studiate supercazzole sedicenti autoriali. Un filmetto commerciale, che poteva emanciparsi, e che sa colpire nel segno nella prima parte (sempre che piaccia il genere), dimostrando di saper spremere gli attori e spingerli al limite, di giocare con un soggetto perfettamente ritmato, per poi lasciare alla fine solo il sapore truculento del sangue e un'occasione stupenda che si auto-ingoia nella megalomania del regista e, forse, del pubblico stesso.