Grazie alla politica culturale intrapresa da Sisto V sul finire del XVI secolo e perseguita con grande determinazione dai più autorevoli pontefici del XVII secolo, Roma ha vissuto una stagione artistica irripetibile, proponendosi a livello internazionale come il centro di elaborazione e di propulsione delle più aggiornate esperienze nel campo delle arti figurative. Gli incontri cercheranno di mettere in luce taluni snodi di questo esaltante percorso, intrecciando l’esame delle opere dei maggiori pittori di quel secolo con le richieste della committenza, la storia del collezionismo con le vicende del mercato artistico, le esigenze celebrative dei mecenati con l’apporto degli eruditi nella definizione di raffinate scelte iconografiche. L’approdo finale sarà costituito dall’esame dell’opera e della fortuna del pittore marchigiano Carlo Maratti , nato a Camerano nel 1625 e protagonista assoluto della scena artistica romana nei decenni a cavallo fra Sei e Settecento.
ROMA 1630
Un anno cruciale per la storia dell’arte che vede a Roma contrapporsi due diversi orientamenti che saranno in perenne dialogo per tutto il secolo: il Classicismo di matrice bolognese che trae origine dalla rielaborazione eclettica della matrice raffaellesca ed il Barocco che con la sua teatrale magniloquenza si presta a trasmettere messaggi di natura religiosa, celebrando la grandezza dell’Urbe e dell’ecumene cristiano.
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