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Un giorno in Europa

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"Sarà che il fenomeno emigrazione riguarda il passato del nostro paese e non più il presente?" Sarà vero che gli italiani hanno smesso di far la valigia alla ricerca di miglior fortuna altrove? Un giorno in Europa si compone di quattro storie, quattro storie di italiani all'estero. Le loro vicende private si intrecciano con i risvolti della nuova realtà europea in città quali Berlino, Praga, Santiago de Compostela, Amsterdam e Prato, che è la realtà da cui provengono. La vita affettiva, il lavoro, le aspirazioni, le difficoltà di quattro persone che solo trenta o quaranta anni fa avremmo chiamato emigranti. E oggi come dovremmo chiamarli?"

Regia: Ettore Melani
Montaggio: Nadia Baldi/Ettore Melani
Produzione: MelBal Produzioni
Anno di produzione: 2008
Per informazioni e domande puoi contattare uno degli autori a questo indirizzo e-mail.

1 commento


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28 Giugno 2010
10:29

"Un giorno in Europa" -Nuove forme di emigrazione- Un giorno in Europa: nuove forme di emigrazione, è un documentario appena sfornato dalla MelBal produzioni, produttrice squattrinata che si è presa la bega di toccare un tasto difficile e complicato: ma sarà vero che questi italiani non sono più un popolo di emigranti? Sarà vero che il fenomeno chiamato emigrazione riguarda il passato del nostro Paese e non più il presente? Sarà vero che gli italiani hanno smesso di far valigia alla ricerca di miglior fortuna altrove? Perchè quando parliamo di emigrazione ricevuta, e quindi di marocchini, albanesi, rumeni, moldavi, rom, senegalesi, nigeriani e tutto il resto, siamo più o meno tutti d'accordo. Ma quando decidiamo, da italiani quali siamo, e quindi da europei, di guardarci allo specchio e di sottoporci alle stesse domande, ponendoci allo stesso livello culturale e sociale e nelle stesse situazioni di coloro che chiamiamo emigranti, le cose cambiano. Osservare le nostre realtà come osserviamo quelle "altre", implica uno sforzo culturale considerevole: è ciò che in antropologia prende il nome di straneamento culturale; implica in primo luogo la sospensione di giudizi morali e la volontà di rimuovere sovrastrutture culturali che negli anni, sedimentandosi, hanno portato alla formazione di stereotipi e luoghi comuni nei confronti dell'alterita'. Vuol dire in altre parole capovolgere l'obbiettivo, puntarlo su noi stessi: è l'osservatore che diventa osservato. E magari ci accorgiamo che gli italiani che vivono fuori dall'Italia sono davvero tantissimi, e che oggi come cinquant’anni fa molti italiani continuano a cercare fuori dal proprio Paese possibilità nuove, come cambiare il proprio status, la propria situazione affettiva o economica, mettendo in discussione il proprio senso di identità o la propria idea del mondo. E magari ci accorgiamo che di queste nuove forme di emigrazione e delle dinamiche che le muovono si sa ben poco: mancano cifre, dati, testimonianze. Cerchiamo di capire perché. Un giorno in Europa si compone di quattro storie, quattro storie di italiani all'estero. Le loro vicende private si intrecciano con i risvolti della nuova realtà europea in città quali Berlino, Praga, Santiago de Compostela, Amsterdam e Prato, che è la realtà da cui provengono. La vita affettiva, il lavoro, le aspirazioni, le difficoltà di quattro persone che solo trenta o quaranta anni fa avremmo chiamato emigranti. E oggi come dovremmo chiamarli? Dolce, delicato, ironico e commovente. Va visto”. Paolo Pecchioli Antropologo culturale

ettore melani