Regia: Mimmo Calopresti
Collaborazione: Paolo Di Nicola
Documentazione storica: Gabriele D'Autilia
Montaggio: Claudio Di Lolli
Consulenza musicale: Riccardo Giagni
Titoli elettronici: Angelica Monestiroli
Postproduzione: Unitelefilm
Produzione: Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico
Il 1943 è un anno di svolta nella seconda guerra mondiale. La "svolta" riguarda anche gli individui: soprattutto quelli che hanno compiuto un percorso critico e autocritico, dal "sonno della ragione" durante il fascismo alla coscienza della necessità di riconquistare libertà e democrazia. In questo senso un testimone d'eccezione è Nuto Revelli, protagonista come ufficiale e partigiano dei drammatici avvenimenti di quell'anno.
La svolta avviene in Europa, con l'attacco alleato ad est e a ovest contro l'assetto economico-militare dell'Asse, che porta alla liberazione di Stalingrado e all'occupazione dell'Africa settentrionale.
L'Italia diviene uno dei teatri di guerra: vi hanno luogo grandi scioperi, impensabili in un paese in guerra e sotto dittatura; massicci bombardamenti si abbattono sulle principali città; ha inizio la conquista alleata della Sicilia; cade il fascismo, che poi rinasce dalle sue ceneri nella "Repubblica di Salò" con il sostegno dell'esercito tedesco; ha inizio la Resistenza, che è l'origine e la legittimazione storica dell'Italia contemporanea; Roma conosce l'occupazione nazista e la barbarie della persecuzione antisemita; Napoli si libera con una insurrezione popolare che lascia attonito il mondo intero.
Nord e Sud d'Italia sono entrambi investiti da una vera e propria bufera, che - oltre gli aspetti militari, diplomatici, politici - riguarda e modifica rapporti sociali, psicologie, culture, economie. Il racconto di Nuto Revelli sul 1943 illumina i documenti cinematografici provenienti dalla cineteca dell'Archivio.
1943: la scelta ha vinto il premio "Pitrè", Palermo 1993.
Cortesia di Iride Tv
Visita: www.iride.tv
28 Gennaio 2010
13:44
Un filmato come pochi, le generazioni odierne dovrebbero ringraziare quotidianamente i nostri antenati per la libertà di cui godono.
gianprisco