Belgrado, per noi di Gorizia, è più vicina che Roma, seppur di poco. Ma la capitale della Serbia ci pare molto lontana perchè si trova al centro di un altro mondo: altra lingua, altro alfabeto, altra storia, altre culture e religioni.
Da qui, dalle Alpi Giulie e dal Mare Adriatico alle sponde del Mar Nero è successo di tutto, specie nel Novecento: guerre, fascismo, comunismo, che continuano ancora con conflitti etnici e odi nazionali a causa dei quali alcuni paesi dei Balcani (Serbia, Mon- tenegro, Albania, Macedonia) non sono ancora entrati nell’UE mentre altri (Romania, Bulgaria) vi fanno parte quasi solo nominalmente. La storia d’Europa nel “secolo breve” (o “lungo”) inizia con le guerre balcaniche e l’attentato di Sarejevo nel 1914 e si conclude alle soglie del 2000 con la guerra nell’ex Jugoslavia e con la strage di Srebrenica, in Bosnia. Lo storico Egidio Ivetic nei suoi studi riflette su questo mondo, andando anche alle radici del “male” che contaminerebbe l’Europa partendo dai Balcani: un’analisi affascinante di “Dracula”, il vampiro del famoso romanzo di Bram Stoker, divenuto uno dei personaggi più celebri della storia del cinema; un inquietante mito dei nostri tempi.