L’improvvisa morte di Papa Luciani, gli affari oscuri dello IOR di Paul Marcinkus con faccendieri e banchieri senza scrupoli, la fine di Michele Sindona, l’oscura morte di Roberto Calvi, l’attentato al Papa ed i suoi risvolti internazionali, la scomparsa di Emanuela Orlandi e anche di Mirella Gregori fino alla strage delle guardie svizzere, passando anche per gli angoli bui di istituzioni di prestigio come l’Opus Dei.
Negli ultimi 30 anni di vita italiana il Vaticano ha accumulato un’infinità di segreti e misteri, difficilmente decifrabili.
Sembra un gioco di scatole cinesi, perché alla fine tutto sembra tenersi e i nodi inestricabili sono sempre quelli della politica e dell’alta finanza vaticana.
Se affrontare la questione israelo-palestinese può esporre chi ne scrive a risibili accuse di antisemitismo, come non pensare che occuparsi di affari e problemi -solo all’apparenza interni al Vaticano- non faccia piovere sull’indagatore di turno anatemi di anticlericalismo?
Nulla di più sbagliato.
La storia dello Stato papale attuale è anche storia italiana, prima ancora che internazionale. E non è un caso che molti degli interrogativi disseminati lungo la storia della nostra Repubblica finiscano, prima o poi, con l’intrecciarsi con le vicende di un altro Stato, a noi molto vicino: il Vaticano, per l’appunto.