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La più grande truffa informatica del decennio: il caso Colonial Pipeline

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La Colonial Pipeline, fondata negli anni '60, è una società leader nel settore degli oleodotti, grazie alla sua estesa rete che risale alla collaborazione di otto grandi compagnie petrolifere. Oggi, riveste un ruolo cruciale nell'industria del petrolio, trasportando grandi quantità di carburante attraverso gli Stati Uniti. Questo sistema di trasporto di carburante, essenziale per l'economia moderna, ha subito una svolta significativa dall'introduzione degli oleodotti, superando i metodi tradizionali come il trasporto su carri trainati da cavalli.

L'oleodotto della Colonial Pipeline è il più esteso a livello mondiale, estendendosi per quasi 9.000 chilometri da Houston, Texas, fino a New York. Ogni giorno, trasporta circa 378 milioni di litri di diversi prodotti petroliferi, evidenziando la sua importanza strategica per l'industria e l'economia. Attualmente, la compagnia, che ha fatturato mezzo miliardo di dollari nel 2022, è controllata da diverse società, tra cui spicca Shell.

Tuttavia, nonostante l'importanza di Colonial Pipeline, nel 2021 un gruppo di hacker, conosciuto come DarkSide, ha attaccato la sua infrastruttura informatica. DarkSide, emerso nel 2020, si è guadagnato una reputazione per i suoi attacchi ransomware, mirando a grandi aziende, ma evitando obiettivi con implicazioni sociali, guadagnandosi l'etichetta di "Robin Hood" del settore.

L'attacco alla Colonial ha evidenziato la vulnerabilità delle infrastrutture critiche agli attacchi cibernetici. Gli hacker hanno sfruttato una password dipendente compromessa, esponendo la mancanza di misure di sicurezza robuste come l'autenticazione a più fattori. Ciò ha portato al blocco degli oleodotti, causando carenze di carburante, aumenti dei prezzi e interruzioni nelle operazioni aeroportuali. Di fronte a questa crisi, il CEO della Colonial ha scelto di pagare il riscatto di 75 bitcoin, pari a circa 5 milioni di dollari, per riprendere il controllo dell'infrastruttura.

L'FBI, che è intervenuta successivamente, ha sottolineato che cedere ai ricatti favorisce ulteriori attacchi di questo tipo. Nonostante la natura difficile da tracciare dei bitcoin, l'FBI è riuscita a recuperare una parte del riscatto pagato, grazie a vulnerabilità nel sistema finanziario utilizzato dai criminali. La questione ha anche sollevato interrogativi sulla possibile connessione di DarkSide con il governo russo, ipotesi però non confermata.

Il caso della Colonial Pipeline ha spinto gli Stati Uniti a rafforzare le misure di sicurezza informatica, sottolineando l'importanza della prevenzione e della risposta rapida agli attacchi ransomware. Questa situazione ha portato a iniziative come la creazione di un sito governativo per segnalare attacchi ransomware e la formazione di una task force specializzata in collaborazione con l'FBI. La situazione in Ucraina e gli attacchi hacker in Italia hanno ulteriormente evidenziato la necessità di robuste misure di sicurezza informatica a livello globale.

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