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Polveri di Giordania... too close to heart... too close to home...

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Arcoiris - TV
Di Tommaso D'Elia e Alessandro Melis (durata: 36 min).

Il documentario, girato tra marzo e aprile del 2003 (all'inizio del conflitto iracheno), mette insieme una serie di testimonianze della società civile giordana, in particolare palestinese-giordana. A parlare sono registi, film-makers, produttori televisivi, professori universitari e intellettuali che mettono a confronto le proprie idee e il proprio lavoro nel contesto della guerra e della crisi infinita del Medio Oriente. A queste testimonianze si aggiungono quelle di politici, medici, architetti, ingegneri, giornalisti, uomini e donne che hanno fatto, alcuni di loro, esperienze nelle università europee, qualcuno anche in Italia. Insomma un ventaglio di opinioni (spesso importanti e sorprendenti) sul tema del dialogo tra Occidente e mondo arabo.

29 commenti


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29 Dicembre 2023
16:58

Rimane offuscato ma indelebile il ricordo dell'aeroporto, pronti per la partenza. Altrettanto viva, l'immagine di Tommaso e Alessandro che si allontanano al gate, decidendo di affrontare comunque i pericoli della guerra per raccogliere ed elaborare le storie provenienti da lontano. Testimonianze che ora più che mai si legano al presente e che non possiamo più ignorare. Andrea

Andrea Melis

29 Dicembre 2023
15:55

Rivisto dopo 20 anni, sempre attuale nel proporre immagini di una società, diversa per storia e religione, ma simile nella ricerca di valori laici e democratici. Accurata la scelta musicale, come un augurio che tutto, possa finire bene... Il confronto inevitabile con lo sfacelo attuale è annichilente. bravi.... Visti per la prima volta i filmati della Maurer, agghiacciante bagno di realtà, altro che patti di Abramo. Andrebbero proiettati nelle scuole. E dura da 70 anni. L'informazione fa quello che può, ma è evidente che manca l'interesse verso la dignità palestinese... personalmente ci vedo una grossa componente di razzismo grazie

Mario Tozzi

28 Dicembre 2023
22:34

Come lo dice uno degli intervistati di questo bel documentario : "Il dramma totale è diventato melodia del giorno". Vedendo la mappa della Palestina e di Israel (che credo sia l'unico paese al mondo che non abbia confini ufficiali), l'idea stessa della pace sembra essere diventata antica polvere. Magali

Magali

28 Dicembre 2023
13:21

Ho visto buona parte dei filmati precedenti, me ne manca uno. Questo mi è piaciuto moltissimo, mi ha lasciato una sensazione di "speranza". Bravissimi per il lavoro che fate.

Irene

28 Dicembre 2023
09:06

La musica, a distanza di 20 anni,rimane bellissima ed i racconti degli intervistati sono ancora normalmente speciali. Anche la guerra però rimane la stessa. Anzi aumenta, come i fondamentalismi. Più documentari e meno armi, per favore.

Carlo

28 Dicembre 2023
05:28

Girato molto bene, ottima fotografia, bellissima musica, molto interessanti le interviste, documentario premonitore di quello che sarebbe poi successo nel Medio Oriente. Da promuovere ancora. Complimenti!

Vittoria Pasquini

28 Dicembre 2023
01:00

A proposito dei rapporti tra Europa e mondo arabo, credo che la terribile guerra in Medio Oriente ci ha fatto capire chiaramente da che parte sta l'Europa. Mentre infuriano i bombardamenti israeliani portando le vittime palestinesi oltre il numero di ventimila, e mentre la Striscia di Gaza precipita ogni giorno di più verso l'inferno, l'Unione Europea continua a ripetere, come un disco rotto, di stare dalla parte di Tel Aviv, e che Netanyahu ha il diritto di difendersi. Tanto che la scorsa settimana Adel Atieh, ambasciatore dell'Autorità Nazionale Palestinese presso l'Ue, si è chiesto se qualcuno nel mondo che possa ancora credere all'Europa quando dichiara di difendere il diritto internazionale. «La situazione - ha spiegato - è drammatica. Se non c'è un appello da parte dell'Ue per il cessate il fuoco, significa che si è d'accordo con quello che fa Israele sul campo. Oggi siamo vicini a 20 mila morti, e più di 7 mila dispersi sotto le macerie. La posizione dell'Ue non è all'altezza della sua responsabilità politica e morale. L'Europa non può chiudere gli occhi sul genocidio in corso a Gaza. Bisogna che si smarchi dagli Stati Uniti e provi a parlare con una voce ragionevole. L'Ue ha l'autorità e i mezzi per fare pressione su Israele, ma non ha la volontà politica. L'Ue è il primo partner commerciale per Israele: se minacciasse di sospendere l'accordo di associazione, Israele reagirebbe immediatamente. Se l'Europa incoraggiasse il lavoro della Corte Penale Internazionale sui crimini di guerra commessi da Israele, forse Israele si fermerebbe a riflettere. Per sostenere l'Ucraina l'Ue si è mobilitata in difesa del diritto internazionale, mentre nella Striscia di Gaza si è schierata con una potenza occupante che viola tutte le regole del diritto internazionale. È completamente ridicolo dire che non si può chiedere un cessate il fuoco perché bisogna eliminare Hamas. È la quinta guerra di Israele contro Hamas e non è mai riuscita a vincerla. Hamas è un'idea, un'ideologia che trova la sua credibilità nel fallimento del processo di pace. Da trent'anni cerchiamo di negoziare con Israele per mettere fine all'occupazione, ma Israele l'ha solo rinforzata. Nel 1993 c'erano 250 mila coloni, ora sono 750 mila. Dal momento che Israele ha portato al fallimento il processo di pace, le persone cominciano a riflettere su altri modi per mettere fine all'occupazione. Non amiamo questi altri modi, non siamo d'accordo con Hamas, ma quel che fa Israele da 75 anni è mille volte più grave. Io avevo avvertito i 27 stati dell'Ue che l'assenza di un orizzonte politico avrebbe portato qualcun altro con un'alternativa, qualcuno che dice che lanciando razzi si potrà cacciare gli occupanti. Anche Israele sa che la soluzione a Gaza non è una soluzione militare, e il solo modo di delegittimare l'altra parte e rinforzare la credibilità dell'Anp è creare un orizzonte credibile per la soluzione a due Stati. Ora si può accusare l'Anp di qualsiasi cosa, ma chi sta uccidendo la soluzione a due Stati è chi sta costruendo insediamenti, facendo apartheid, bombardando la popolazione civile. È Israele. Oggi Netanyahu non smette di ripetere di essere fiero di aver sabotato la soluzione a due Stati».

Giandomenico Curi

27 Dicembre 2023
23:42

... molto bello, anche le musiche. Personaggi e contesti vitali nonostante tutto... ancora futuro nei pensieri e nelle riflessioni... persino rasserenante rispetto al presente; oggi comincio a dubitare che esista una fine del peggio. Vorrei continuare a crederlo... nonostante tutto

Maria Teresa Di Clemente

27 Dicembre 2023
17:35

Molto emozionante per il momento a cui si riferisce e interessante per avere uno sguardo non omologato sul mondo arabo e iracheno in particolare

Dolores Noemi Melis

27 Dicembre 2023
13:04

Molto bello! Le riprese, il montaggio e la musica che ci avvicina in Arte e ci fa capire l'importanza di storia e relazioni multi culturali .Dario

dario