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Agnieszka Holland: Green Border di Elena Bedei

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Una video/intervista in cui la regista polacca Agnieszka Holland racconta perché ha deciso di girare Green Border. Per raccontare quello che succedeva (e succede) ai confini dell’Europa orientale, quando, negli anni tra il 2021 e il 2022, sono arrivati su quella rotta miglia di rifugiati provenienti dal Medio Oriente e dall’Africa, ingannati dal dittatore bielorusso Lukashenko che aveva garantito loro un passaggio verso la Polonia e il resto dell’Europa. Il rifiuto (scontato) del governo polacco, provocò una situazione drammatica con i migranti costretti a scegliere tra il filo spinato e le violenze feroci delle guardie polacche oppure annegare o morire congelati appunto nella “green zone”, «che è quasi una foresta amazzonica,
un luogo infernale con paludi e fiumi dove uomini donne e bambini sono rimasti intrappolati per mesi e molti ci hanno lasciato la vita», come racconta Holland in questa interessante intervista tradotta dal francese e montata da Elena Bedei.

Green Border intreccia le prospettive dei rifugiati bloccati in quella terra di nessuno, delle guardie di frontiera polacche e degli attivisti di “Grupa Granica”che sfidavano il governo, per portare cibo, vestiti e medicine nella foresta.
FIRMA L'INIZIATIVA: https://citizens-initiative.europa.eu/initiatives/details/2023/000001_en

Visita: www.stopborderviolence.org

5 commenti


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23 Aprile 2024
16:22

Brava Elena, efficace e potente. Una preziosa riduzione di una lunga intervista.

Tom

15 Aprile 2024
15:57

Grazie grazie...2 volte come il titolo Europa Europa....cioè l'importanza e la Coscienza di questo film si raddoppia nel dolore e inettitudine a un'azione guaritrice....dal veleno in cui versa questa Europa...e in cui sprofonda l animo mio... di conseguenza...

Anna di Clemente

14 Aprile 2024
16:20

Bella intervista, che donna fantastica! Anche la scelta del montaggio molto efficace. Filo spinato, foreste, fiumi e violenza sono comuni in questo scenario globale dall'Europa all'Africa alle Americhe le masse di sfrattati, senza terra, senza casa e ormai senza un paese soffrono lo stesso trattamento disumano. Il filo spinato che fu inventato per ternere a bada gli animali, oggi respinge gli esseri umani. Opponiamoci!

Paolo Paci

14 Aprile 2024
00:57

«Abbiamo fatto la storia, abbiamo creato un solido quadro legislativo per gestire la migrazione e l'asilo nella Ue. Abbiamo mantenuto la parola data, e trovato un equilibrio tra solidarietà e responsabilità, nel pieno rispetto dei diritti umani». Con queste parole, solo qualche giorno fa, la presidente dell'Europarlamento, Roberta Metsola, ha salutato il nuovo patto sulla migrazione e l'asilo nella "fortezza Europa". Si tratta in realtà di un patto scellerato che ha sancito definitivamente la morte del diritto d'asilo in tutti i paesi del vecchio continente. Una legge vergognosa che ha reso legale proprio la violenza alle frontiere e esternalizzato ai paesi vicini più poveri il fermo e la detenzione (spesso arbitraria) dei migranti non graditi. In molti infatti hanno parlato di una legge fin troppo efficace ma nella direzione sbagliata. Così hanno firmato un documento in cui si chiedeva agli euro deputati di non sottoscrivere quel patto. «Dopo anni di negoziati, - si legge tra l'altro nel documento - le istituzioni dell'Unione Europea hanno firmano un accordo che produrrà ancora più grandi sofferenze umane: queste riforme significheranno minore protezione e maggiore rischio di subire violazioni dei diritti umani, come respingimenti illegali e violenti, detenzioni arbitrarie e controlli discriminatori». Il testo è stato redatto da Eve Geddie, responsabile dell'ufficio di Bruxelles di Amnesty International, che assieme a Human Rights Watch, Save the Children, Action Aid e altre 160 organizzazioni della società civile, hanno dato vita all'iniziativa. Il film della Holland, raccontato nel video di Elena Bedei, è un allarme spaventoso e orrendo di quello che può succedere a chi tenta di arrivare in Europa provenendo dalla parte sbagliata del mondo.

Giandomenico Curi

11 Aprile 2024
10:22

Pur conoscendo la situazione di quel confine, e non solo di quello, quando ho visto il coraggioso e bellissimo e persino poetico film Green Border, sono rimasta inorridita, ho pianto e continuo... è terribile questo male insinuante come rettili... Quello che mi è piaciuto di più del film è, nonostante la crudele realtà, la profonda dolcezza e abnegazione, quel lumino finale della famiglia che arriva, anche se quasi dimezzata

Maria Teresa Di Clemente