Progetto: Ambasciatori di Festa di Scienza e di Filosofia.
Fin dall’antichità filosofi e matematici hanno cercato di chiarire la natura dell’infinito. Con i suoi celebri argomenti Zenone ha mostrato le conseguenze paradossali insite in quel concetto. Per Aristotele l’infinito non può essere conosciuto in quanto tale ma può esistere solo in potenza, come insegna anche Euclide negli Elementi. La distinzione aristotelica tra infinito in potenza e in atto sarà fatta propria e ripetuta per secoli. L’infinito sgomenta e atterrisce Keplero e Pascal, per Cartesio e Leibniz è un attributo di Dio, per Leopardi un sogno e non una realtà. Se il calcolo infinitesimale è “una sinfonia dell’infinito”, con Cantor l’infinito si moltiplica nei numeri transfiniti, e inaugura la stagione della matematica moderna.
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