Per comprendere come l'Unione Europea (Ue) spende i soldi e perché, è fondamentale capire il funzionamento del bilancio dell'Unione Europea. Ogni sette anni, l'Ue approva un Piano Finanziario Pluriennale (PFP), che stabilisce gli obiettivi e i limiti di spesa. Questo piano viene elaborato dalla Commissione Europea, dal Consiglio Europeo e dal Parlamento Europeo, con l'approvazione definitiva del Parlamento.
Il bilancio annuale dell'Ue, basato sul PFP, viene proposto dalla Commissione e approvato dal Consiglio e dal Parlamento. Una regola chiave è il divieto di spesa a deficit, quindi i fondi devono essere stanziati e poi sbloccati attraverso progetti presentati dagli enti destinatari. Circa il 76% dei fondi stanziati viene effettivamente sbloccato, mentre il resto viene messo da parte per l'anno successivo. L'Italia è tra i Paesi che faticano di più a sbloccare i fondi, con solo il 62% del budget 2014-2020 effettivamente utilizzato.
I fondi dell'Ue provengono principalmente dai contributi degli Stati membri, basati sul Reddito Nazionale Lordo (RNL) e dai dazi doganali. Con il nuovo Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027, sono stati introdotti anche nuovi strumenti di debito comune, come il Next Generation EU. Questo programma prevede 806,9 miliardi di euro, di cui 338 miliardi come debito comune europeo. L'Italia è il secondo maggiore beneficiario di questi fondi, con 137,9 miliardi di euro tra il 2021 e il 2022.
L'Ue spende i fondi principalmente per promuovere lo sviluppo socio-economico degli Stati membri meno avanzati, con la categoria di spesa più grande dedicata alla Coesione Economica, Sociale e Territoriale. Nel 2022, 74,6 miliardi di euro sono stati stanziati per questo scopo. Altre importanti categorie di spesa includono risorse naturali e ambiente, mercato unico e innovazione digitale, e vicinato e resto del mondo.
In sintesi, l'Ue utilizza i fondi per sostenere la crescita e lo sviluppo degli Stati membri, con particolare attenzione a quelli meno sviluppati.
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