Con Olivetti l'equivalente della Silicon Valley avrebbe potuto nascere in Italia. Forse oggi Ivrea, il Paese d'origine dell'azienda, avrebbe potuto essere perfino meglio della Silicon Valley oggi.
Ma perché possiamo dire che l'Italia era meglio della Silicon Valley? Soprattutto perché a fine anni '50 Olivetti è stata l'azienda più avanti al mondo nel campo dell'informatica. Tanto da essere arrivata a creare, prima di cedere tutti i brevetti, quelli che da molti esperti sono considerati i primi PC della storia, con ELEA 9003 e Programma 101.
Oltre all'innovazione, Olivetti è un'azienda con una storia particolare. È stata fondata dall'ingegnere Camillo Olivetti nel 1908 a Ivrea.
L'azienda nasce come produttrice di macchine da scrivere, strumenti ancora visti come molto innovativi a inizio '900.
Camillo Olivetti, poi, è un industriale inusuale. Infatti, è un convinto socialista, iscritto anche al PSI. E pensa che i principi de socialismo siano, in realtà, del tutto realizzabili anche in un sistema di imprese private e libero mercato.
Anzi, secondo Camillo Olivetti integrare principi propri del socialismo nell'organizzazione aziendale e nel modo dell'azienda di porsi con i dipendenti e la comunità circostante sono anche positivi per la crescita dell'impresa.
La qualità ed i prezzi delle macchine da scrivere Olivetti le rende in grado di competere anche nel mercato internazionale. Tanto che, nel giro di pochi anni, diventano le più diffuse in Europa.
La situazione, però, si complica con l'avvento del fascismo. Olivetti, nonostante sia socialista e di origini ebraiche, non subirà particolari ritorsioni.
Il problema, però, è che con il fascismo vengono posti forti limiti a importazioni ed esportazioni, con dazi alti e divieti. Così, la crescita di Olivetti all'estero rallenta ma, grazie alla qualità che resta molto alta, non si ferma. Nonostante i costi poco competitivi.
Nel 1938 il posto di Camillo Olivetti alla guida dell'azienda viene preso dal figlio: Adriano Olivetti. Adriano a livello di idee politiche ed economiche è molto simile al padre e anche lui tende a punta molto sull'innovazione.
In prima battuta, Adriano Olivetti potenzia ancora di più il fortissimo welfare, i sistemi meritocratici ed i benefit del padre.
Soprattutto però, Adriano Olivetti negli anni '50 ha un'illuminazione, pare dopo aver parlato con Enrico Fermi, premio Nobel per la fisica. Olivetti capisce che il settore del futuro, quello destinato a crescere in modo più esplosivo, sarà l'informatica.
Quindi, crea una nuova sezione dedicata alla ricerca e sviluppo in elettronica dedicandole moltissimi fondi. Per guidarla Olivetti sceglie il fisico nucleare Mario Tchou, uno dei padri di quelle che diventeranno le moderne tecnologie informatiche, basate sui transistor in semiconduttori.
Ed i risultati arrivano. Nel 1957 presentano ELEA 9003, il calcolatore più potente al mondo fino a quel momento. Perdipiù, riesce anche ad essere molto più piccolo degli altri calcolatori considerando la potenza computazionale.
Nel 1960, però Olivetti muore all'improvviso per una trombosi cerebrale. Decenni dopo si scoprirà, da documenti desecretati, che era classificato come individuo pericoloso dalla CIA, probabilmente in quanto socialista, rendendo la sua morte ancora più sospetta.
La vicenda è stata analizzata nel libro del 2021 di Meryle Secrest sui documenti desecretati: “The Mysterious Affair at Olivetti”.
Dopo la morte di Adriano l'azienda deve quotarsi in Borsa. Gli investimenti in informatica pesano molto sui bilanci e servono fondi. Il figlio di Adriano, Roberto Olivetti, vuole continuare a investire sull'informatica.
Ora però ci sono anche altri azionisti che, invece, pensano che il mercato dei computer non avrà un particolare futuro. Così, tra 1964 e 1968, vendono la divisioni per le ricerche in elettronica con i relativi brevetti all'americana General Electric.
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