Per valutare l’impatto delle politiche economiche di Donald Trump, è essenziale partire dal contesto in cui ha ereditato l’economia americana. Obama, durante i suoi due mandati, ha gestito la ripresa post-crisi del 2008 con politiche espansive che hanno favorito la crescita, anche se a ritmo moderato.
Quando Trump entra in carica nel 2017, il tasso di crescita economica era già positivo, ma Trump introduce una serie di riforme radicali, tra cui il Tax Cuts and Jobs Act del 2018, che taglia le tasse alle imprese e riduce la regolamentazione ambientale e finanziaria.
L'economia americana continua a crescere sotto Trump, con un PIL in aumento e tassi di disoccupazione ai minimi storici, raggiungendo il 3,5% nel 2020. Tuttavia, l’aumento del debito pubblico e la riduzione delle entrate fiscali sollevano dubbi sulla sostenibilità delle sue politiche a lungo termine. Nonostante ciò, Trump si presenta come il paladino della crescita economica, soprattutto per il settore privato.
Con la pandemia del 2020, l’economia americana subisce un duro colpo, portando a una recessione e a un’impennata del debito pubblico. Biden prende il comando nel 2021, implementando il piano di rilancio economico "American Rescue Plan", che vede una ripresa del PIL e una riduzione della disoccupazione. Tuttavia, la guerra in Ucraina e l'inflazione crescente mettono alla prova l'amministrazione Biden.
Nel 2024, la sfida elettorale si sposta tra Kamala Harris, erede di Biden, e Donald Trump. Harris propone un aumento delle tasse per le grandi aziende e i più ricchi, mentre Trump promette ulteriori tagli fiscali e una politica aggressiva sui dazi per favorire le imprese americane. Entrambi i candidati devono affrontare la sfida del debito pubblico crescente e la necessità di mantenere la stabilità economica del Paese.
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