Sulla stessa barca - Voci dal Porto di TriesteScritto e diretto da Pietro Orsatti
Continuazione ideale del percorso iniziato con il documentario sul porto di Genova (
De Mä - trasformazione e declino) questo reportage affronta la realtà del lavoro e degli appalti delle privatizzazioni nel porto di Trieste.
La privatizzazione degli scali italiani è stata fra le più radicali e profonde mai attuate in Italia. Una privatizzazione non governata: si è passati da un sistema porto dai grandi conflitti e dove avevano cittadinanza anche le più estreme forme di corporativismo come quelle dei lavoratori portuali delle Compagnie degli anni '70, a un Far West senza un governo e con sempre meno diritti. A Trieste la Compagnia si è trasformata da ente di diritto pubblico a impresa passando da 1600 a 80 soci in meno di 15 anni. E contemporaneamente si è costruita una rete di circa 15 cooperative ciascuna in concorrenza con tutte le altre imprese operanti in porto. Se a metà degli anni '80 un portuale portava a casa in media 3 milioni al mese oggi con fatica arriva ai 1000 euro.
La funzione di governo, il dominus del porto, è affidato all'Autorità Portuale, e le cariche come spesso accade in Italia sono di nomina politica. A volte può andare bene, può capitare che nell'allegra distribuzione delle poltrone una persona competente si ritrovi al posto giusto, altre volte invece ci si può trovare davanti a casi quantomeno bizzarri: fino a tutto il 2006 il presidente dell'Autorità di Trieste è stata Marina Monassi (in quota al centro destra) biologa e nonostante precedenti incarichi al Ministero della Marina mercantile, senza l'adeguata esperienza nella gestione di un demanio complesso come quello di un porto e senza specifica formazione nel settore delle infrastrutture logistiche. Questi i punti dai quali decolla il racconto del documentario.
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