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Chi riciclava i soldi dei narcos: la banca Wachovia

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Nel 2006, un jet DC-9 atterra a Città del Carmen, Messico, trasportando 5,7 tonnellate di cocaina dal valore di circa 100 milioni di dollari. I documenti trovati sull’aereo collegano l'acquisto al cartello di Sinaloa, rivelando come sia stato finanziato tramite fondi riciclati dalla banca statunitense Wachovia.

Questo evento segna l'inizio di un’indagine federale che coinvolgerà la DEA e l'FBI e svelerà un sistema esteso di riciclaggio legato al cartello.Martin Woods, responsabile anti-riciclaggio di Wachovia a Londra, aveva già scoperto transazioni sospette provenienti da alcune Casas de Cambio messicane, che facilitavano il flusso di denaro del cartello.

Nonostante avesse segnalato queste attività tramite numerosi report SAR (Suspicious Activity Reports), le sue segnalazioni sono state ignorate o ostacolate dai vertici della banca. Woods sospettava che Wachovia fosse diventata un punto di passaggio per il riciclaggio di fondi illeciti e, tentando di bloccare queste transazioni, è stato criticato dai suoi superiori e persino avvisato di "non fermare ulteriormente le operazioni".

Nel 2010, l'indagine della DEA e dell'FBI conferma che Wachovia ha permesso il riciclaggio di oltre 110 milioni di dollari per il cartello di Sinaloa, con carenze nei controlli che hanno lasciato passare circa 330 miliardi di dollari tramite operazioni bancarie. Le agenzie federali statunitensi decidono di imporre a Wachovia una multa di 160 milioni di dollari, ma nessun dirigente bancario viene incarcerato o accusato. Woods denuncia Wachovia per il trattamento ricevuto come informatore, riuscendo a vincere la causa e ottenendo un risarcimento economico.

Questa vicenda, conclusasi con la fusione di Wachovia in Wells Fargo, porta alla luce il rischio che grandi istituzioni finanziarie possano facilitare attività illecite in cambio di profitti. Il caso pone questioni etiche e legali sull'efficacia dei sistemi anti-riciclaggio e sull'impatto del denaro della droga nel sistema finanziario globale, specialmente in tempi di crisi economica come quella del 2008.

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