Scioperi, occupazioni delle università, blocchi stradali: la Serbia vive una delle più veementi ondate di protesta della sua storia. La miccia è stata accesa dal crollo di una tettoia alla stazione di Novi Sad, ma la mobilitazione ha radici ben più profonde: corruzione endemica, crescente autoritarismo del capo di Stato Aleksandar Vucic e diatriba sull'identità nazionale, per un Paese che aspira all'indipendenza da Russia e Europa.
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