"Scriverò in istilo assai umile e leggiero, però che più alto nol mi presta lo 'ngegno, (…) quelle cose le quali esso di sé onestamente tacette". Nella seconda metà del '300, Giovanni Boccaccio aprì il suo Trattatello in laude di Dante senza nascondere la genuina devozione verso il poeta che più d'ogni altro modellò la sua e la nostra lingua. Tanto nel romanzo L'alta fantasia che nell'adattamento cinematografico Dante, di prossima uscita, Pupi Avati è partito dal viaggio di Boccaccio a Ravenna sulle tracce del Sommo per perdersi nel più alto e irrisolto ...
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