La crisi tra Russia, Stati Uniti, Nato e Paesi europei. Il fronte ucraino e l'aggiramento da parte di Mosca verso Mediterraneo e Africa. Il golpe in Burkina Faso. di Lucio Caracciolo
Stipendio elevato, auto aziendale, tante trasferte in giro per il mondo: la carriera di Nikolaï avrebbe fatto gola a tanti giovani russi. Eppure, due anni fa questo ex manager di Mosca ha abbandonato tutto per l'insegnamento dell'inglese in un piccolo villaggio a 500 km dalla capitale russa. Per un decimo del vecchio compenso...
Un team di reporter russi è andato a incontrare una comunità di abitanti della Siberia, per prendere atto dell'impatto della guerra in corso in Ucraina sulla loro vita quotidiana. Un road-movie lungo 3.000 chilometri, che ci porterà fino al confine con la Cina, e che darà voce a russi di tutte le generazioni, divisi tra il senso di abbandono e la speranza per una vita migliore.
A diciotto mesi dall'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina, di fronte alla schiacciante e incessante deriva illiberale di Vladimir Putin, ci siamo chiesti come se la sta passando la società civile russa, in particolare quella "maggioranza silenziosa" di cittadini non apertamente oppositori del regime. I media stranieri non sono benvenuti a Mosca, ma Tracks East non smette di indagare.
Si fanno chiamare FAWR, Femminist Anti War Resistance, e il loro canale Telegram ha rapidamente raccolto più di 30.000 follower. Una delle donne che conduce la resistenza femminista alla guerra in Ucraina si fa chiamare Paladdia, ed è una giovane stilista che è stata imprigionata due volte dall'inizio della guerra. A San Pietroburgo è strettamente monitorata dalla polizia.