Quando gli studi sul cervello arrivano in tribunale possono essere usati sia dall’accusa per rafforzare l’idea che l’imputato sia una persona pericolosa sia dalla difesa per dimostrarne l’innocenza. Che cosa è possibile dire sulla responsabilità di un individuo tramite le neuroscienze? Quali sono i vantaggi e i limiti di queste tecnologie? E come possono dialogare con la legge senza interferire con l’autonomia decisionale dei giudici?
Ce lo spiega Daniela Ovadia, giornalista scientifica e neuro-eticista, docente di Neuropsicologia Forense e Neuroetica ...
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