Nell’età della tecnica non comprendiamo più il mondo a partire da un senso ultimo. La storia non è più inscritta in un fine. L’unica etica possibile è quella che si fa carico della pura processualità: senza meta, come il percorso del viandante. L’etica del viandante si oppone all’etica antropologica del dominio della Terra. A differenza del viaggiatore, infatti, il viandante non ha meta: il suo percorso nomade, tutt’altro che un’anarchica erranza, si fa carico dell’assenza di uno scopo, percorre la terra senza possederla, perché sa che la vita ...
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